L’Italia è un paese caratterizzato da una antica e lunga tradizione sismica; la conoscenza della sismicità è resa possibile dal grande numero di documenti e informazioni sugli effetti che nel passato i terremoti hanno provocato nelle diverse aree geografiche della nostra penisola. Per ciascuna sappiamo quanti terremoti le hanno interessate, almeno nell’intervallo di tempo per il quale sono disponibili le informazioni, e quanto sono stati forti. Questo è il primo passo verso la definizione della pericolosità sismica, cioè la definizione di uno degli elementi necessari a valutare il rischio sismico di un territorio.
Il nostro Paese, negli ultimi 2500 anni, è stato interessato da più di 30.000 eventi sismici di media e forte intensità, dei quali circa 560 catastrofici!
Solo nel XX secolo, ben 7 terremoti hanno avuto una magnitudo uguale o superiore a M 6.5!
L’Italia è dunque un paese ad elevato rischio sismico!
Dalla mappa di pericolosità sismica si evince che in qualsiasi comune italiano si può verificare un terremoto. Detta mappa è suddivisa in zone più o meno pericolose (anche se il termine pericoloso lo reputo il meno adatto) con colorazioni più o meno intense in base alla statistica degli eventi sismici registrati nel tempo.
Ma perchè avvengono i terremoti?
I terremoti avvengono nella parte più superficiale del nostro pianeta. Le rocce che formano la crosta e il mantello superiore subiscono continuamente giganteschi sforzi, che sono il risultato di lenti movimenti tra le grandi placche in cui è suddiviso lo strato più superficiale della Terra, come se fosse il guscio incrinato di un uovo. Tali movimenti sono prodotti dai moti convettivi del mantello che spingono e trascinano le placche generando sforzi che sono massimi vicino ai confini tra le placche stesse, come per esempio in Italia e in generale in tutto il Mediterraneo, e minimi al loro interno, come succede nel Canada o nell’Africa centro-occidentale.
L’Italia è situata al margine di convergenza tra due grandi placche: quella Africana e quella Euroasiatica. Il movimento relativo tra queste due placche causa l’accumulo di energia e deformazione che occasionalmente vengono rilasciati sotto forma di terremoti di varia entità. E' proprio in corrispondenza dei margini delle placche che si sprigionano enormi energie creando ciò che in superficie viene definito terremoto, creando nuove faglie o riaprendone delle vecchie.
Questo spiega perchè la Dorsale Appenninica e le Alpi Orientali sono segnate con un viola scuro che individua la zona di massimo rischio sismico, cioè l'altissima probabilità che si verifichi ciclicamente un sisma di elevata magnitudo.
Questo evidenzia come il nostro territorio conviva con eventi naturali come il terremoto da sempre.
Spesso lo abbiniamo a qualcosa di catastrofico. Sono ancora fresche le ferite degli ultimi terremoti registrati in centro Italia negli ultimi 10 anni.
Ma perchè in altri luoghi del globo dove la pericolosità sismica è paragonabile alla nostra non si registrano gli stessi danni?
Spesso vediamo terremoti di elevata magnitudo in territori come il Giappone, l'Australia, il Perù, la Turchia, l'Iran, la California e ogni volta gli italiani si domandano come sia possibile che in quei luoghi non si verifichi nulla di tutto quello che si vive in Italia.
Gli abitanti di quei luoghi provano paura come noi, ma non si vedono interi paesi rasi al suolo o edifici sbriciolarsi.
Addirittura si osservano persone che attendono senza agitarsi troppo che il terremoto finisca per riprendere a svolgere subito dopo la loro vita come se nulla fosse mai accaduto!
In effetti il problema siamo noi! Purtroppo in Italia, nonostante la geologia ci dimostri che il nostro territorio è stato sempre altamente sismico, non si è mai intrapresa una divulgazione seria della cultura antisismica e sulla prevenzione come avviene invece negli altri paesi sopra citati. Siamo abituati ad osservare scene apocalittiche con morte e distruzione, quando invece tutto questo può essere evitato o perlomeno risolto in parte. Addirittura oltre il 70% delle costruzioni sul nostro territorio non rispettano le attuali normative antisismiche, esponendosi altamente al rischio di un crollo a seguito di un terremoto!
SETTE CASE SU DIECI NON SONO IDONEE!
Paghiamo un tessuto edilizio storico dove spesso le decisioni non si prendono per tutelare ciò che personalmente ha maggior valore: la vita umana!
Paghiamo una cultura sbagliata su come costruire. Nonostante siamo leader al mondo per il know-how, per l'ingegneria e per la produzione dei dispositivi antisismici, ci sono tantissime case che ancora oggi vengono costruite in muratura, quando sappiamo benissimo che questa tipologia costruttiva non è la più adatta ad assorbire sollecitazioni indotte dal sisma.
Paghiamo un silenzio ambiguo da parte delle istituzioni che ancora oggi non si impongono prendendo posizione come hanno fatto i paesi sopra elencati per tutelare la vita dei propri abitanti evitando morte e distruzione in attesa di una ricostruzione!
Oggi si parla tanto si SismaBonus per incentivare gli italiani ad adeguare sismicamente le proprie abitazioni.
Purtroppo ritengo sia solo il primo passo di un lungo percorso verso un cambiamento di rotta. E' la cultura antisismica che dobbiamo incentivare e divulgare affinchè ogni singolo italiano capisca l'importanza di avere una struttura a norma.
NON E' IL TERREMOTO CHE PROVOCA MORTE E DISTRUZIONE, MA LE CASE CHE CROLLANO!
Fonti Articolo: ENEA, CNI, PROTEZIONE CIVILE, INGV, ISTAT